venerdì 30 ottobre 2009

Relax!


Per il mio compleanno quest'anno ho ricevuto vari regali inaspettati, da gente ancora più inaspettata.
Quello con la confezione più bella in assoluto è stato un orologio, di quelli plasticosi che vanno tanto di moda adesso.
Io non uso orologi, perchè altrimenti finirei per guardarlo in continuazione. Peccato perchè è molto carino. In compenso era chiuso in una scatola bellissima!
Chiaramente ispirata ai Lego, come risulta chiaro anche dalle foto del sito della Relax, la casa che produce questi orologi, dove vengono utilizzati anche i famosi omini.
La scatola ha la struttura in plastica dura, nel mio caso rossa, rettangolare e formata da 2 parti che, unendosi, danno forma a un ovale vuoto in mezzo, nel quale è inserito uno scheletro con i bordi in plastica e l'ovale centrale in pellicola trasparente. All'interno della pellicola trasparente è sospeso l'orologio, che in questo modo sembra galleggiare, senza agganci, all'interno di questo spazio.

Le due parti rosse sembrerebbero simmetriche, ma sono leggermente diverse: sulla superficie inferiore della parte di sotto sono presenti dei fori, mentre su quella superiore della parte di sopra emergono dei piccoli cilindri. Staccando la parte superiore e posizionandola al di sotto di quella inferiore, i fori coincidono esattamente come 2 pezzi dei Lego, creando una figura nuova.
Mi piace molto la trovata della pellicola trasparente! In pratica i due film di pellicola aderiscono tra loro, ma essendo un materiale plastico flessibile, ci si può infilare dentro l'oggetto che si vuole e questo rimarrà fermo, sospeso lì in mezzo, senza bisogno di legarlo o bloccarlo con strumenti aggiuntivi.

























Il logo dell'azienda è però vagamente familiare. La Relax ha scelto la stilizzazione di una lumaca con antenne accentuate. E sono proprio le antenne ad essere sospettosamente simili alle estremità della coroncina della Rolex, notissima e costosissima marca di orologi.






L'orologio è carino, color panna, con la cassa estraibile, così da poter cambiare il colore di tutta la parte in plastica a piacere, sempre che questi involucri colorati siano venduti a parte.
Come ho già detto, non uso orologi, però devo dire che, a lasciarlo dentro la sua confezione, diventa quasi un oggetto d'arredo!
Chissà, magari prima o poi avrà anche il suo momento di gloria.



domenica 25 ottobre 2009

Bevande d'altri tempi - Wilkinsons -


Oggi si parla di bottigliette. Bottigliette di vetro per la precisione. Ormai non se ne trovano più tanto in giro, eh? A volte, quando ero in Italia e facevo la spesa, mi veniva voglia di comprare la confezione da 4 (o 6? Non ricordo) delle bottigliette di vetro classiche della Coca-cola, ma diamine! Costavano troppo!!!
Ebbene, qua in Giappone ce ne sono ancora in giro, non sono diffusissime, ma si trovano, basti pensare al ramune, ancora così popolare.
Nel ristorante dove lavoro le bibite, oltre a birra, vino e acqua, sono pochissime e un po' retrò.
No, ok, non vendono la spuma, ma poco ci manca.
I cavalli di battaglia sono lo Ginger Ale e il Tansan Sparkling Carbonated della Wilkinsons, che ormai è incorporata alla Asahi Soft Drink.
Con più di 100 anni di storia, questa azienda, fondata appunto dal Sig. Clifford Wilkinsons che intuisco fosse inglese, produce ginger ale e acqua tonica a partire dall'acqua minerale effervescente naturale trovata dallo stesso Wilkinsons, per caso, mentre era a caccia nella Prefettura di Hyogo nel 1889. Come leggenda vuole.

Il fatto che questa fonte sia proprio nella stessa prefettura della fonte dalla quale hanno fatto il Mitsuya Cider (in inglese) mi puzza un po'. Tra l'altro scoperte nello stesso periodo e, guarda un po', sia il Mitsuya Cider che la Wilkinsons sono stati incorporati dalla Asahi Soft Drink...secondo me è la stessa fonte, ma vabè, facciamo finta di niente.

Comunque, tornando alle nostre bevande d'altri tempi (per le quali ho un debole, come avrete notato >_<), le bottigliette in questione hanno attirato la mia attenzione dalla prima volta che le ho viste. Quindi le ho tampinate finchè non ho sfacciatamente chiesto se potevo portarmi a casa i vuoti. Con mia grande sorpresa mi è subito stato detto di sì, con un po' di stupore per la richiesta, ma senza nessun problema. Provate a chiedere in Italia di portarvi a casa il vuoto di una bottiglia di vetro, al ristorante, e vedete che vi rispondono!!! La bottiglietta del Ginger Ale è verde bottiglia (ma guarda un po') e ha la presa ergonomica, ma proprio tanto ergonomica. C'è l'incavo per ogni dito! Ogni volta che devo prepararne un bicchiere la impugno per bene utilizzando tutti gli spazi appositi, gustandomi la piena soddisfazione che si prova quando le impugnature facilitate funzionano. In alto ha l'etichetta a doppio triangolo che caratterizza le 3 bevande "modificate"della Wilkinsons, (cioè quelle che non sono il basico tansan, la nostra acqua frizzante minerale) ovvero Ginger Ale, Dry Ginger Ale e Tonic. In questo caso il triangolo superiore è bianco, mentre quello inferiore è color vinaccio. Ai piedi della bottiglia c'è la scritta "Net Contents 190 ml", sempre in vinaccio.

La bottiglietta del Tansan invece è trasparente, perlopiù zigrinata, anche lei ha un andamento ergonomico, ma più comune, il solito contorno a forma di "donnina": bombato sopra, stretto al centro e che si riallarga in basso. Come la Coca-cola per intenderci.
Nella parte in cui si stringe, dal vetro affiora la scritta "tansan".
Quello che mi piace di questa bottiglietta è però l'etichetta, ovale e bianca con ai lati delle strisce tipo onde sonore. Al centro della base bianca c'è un altro ovale rosso con il nome, in bianco, "Wilkinsons". Anche in questo caso, in basso, c'è una scritta, ma questa dice "Asahi Soft Drinks Co., LTD", e, tra l'altro, è azzurra, colore non ripreso in nessuna altra parte della confezione.

Questa cosa delle scritte in fondo mi ha colpita. Perchè farle diverse? Potrebbe essere un residuo di tempi passati, in effetti. Immagino che le confezioni delle due bevande non siano state ideate insieme, e magari nemmeno dalla stessa persona, però la cosa mi sembra strana lo stesso.

Ovviamente, come avviene di solito per i soft drink in bottiglie di vetro, le etichette non sono di carta applicate sulla confezione, bensì direttamente stampate sul contenitore. E, inoltre, i vuoti sono a rendere, come già avevo fatto intuire, quindi spesso sulle bottiglie si trovano graffi e imperfezioni. E per questo mi piacciono ancora di più!:)

Purtroppo il Ginger Ale proprio non riesco a berlo.

mercoledì 7 ottobre 2009

Parrucchieri tamarri


E dopo 6 mesi qua a Kyoto ho sentito la necessità di andare dal parrucchiere, dopo 2 anni che non tagliavo i capelli.
Questo post è un po' diverso dagli altri, ma tutto sommato credo che il servizio ai clienti possa comunque essere considerato un modo di presentare un prodotto. E quindi oggi si parla di parrucchieri tamarri giapponesi. Tamarri perchè come vuoi chiamarli dei ragazzotti ingellati, coperti di tatuaggi e con le scarpe a punta? Ma adorabili! :D ("Il tamarro è sempre in voga perchè non è di moda mai" -citazione colta-)

Il salone dove sono andata si chiama Muse e si trova a 100 metri da casa mia. Consigliato dalla mia ex-coinquilina taiwanese Peggy, per i prezzi molto convenienti (Taglio e shampoo 3150 yen, ovvero circa 25 euro).
Dopo aver preso appuntamento, oggi finalmente sono andata.
Appena entrata sono stata braccata da 2 del personale: una mi ha preso l'ombrello, l'altro la borsa e poi mi hanno fatto sedere.
Mi hanno fatto compilare una scheda, presumo per inserirmi nel computer. Dopodichè il tipo della borsa, che poi scoprirò chiamarsi Gō, mi si siede vicino e inizia a chiedermi dettagliatamente come voglio tagliare i capelli. Quindi mi spiega cosa farà, mi dà dei consigli del tipo che è meglio che prima me li taglia solo un po', poi vedo come ci sto e a quel punto, se voglio, me li taglia ancora e cose di questo genere. Tutto ciò credo sia durato un 10 minuti buoni.
Gō va via e arriva una ragazza, mi dice che mi farà lo shampoo e mi accompagna alla postazione.
A questo punto arriva il bello. A parte il fatto che appena mi siedo la tipa mi mette una copertina sulle ginocchia, e già lì avevo le lacrime agli occhi.
Ma dopo la copertina la tipa dice qualcosa e la sedia inizia ad alzarsi e allungarsi: in pratica per fare lo shampoo ti mettono in posizione supina con la testa nel lavandino, ovviamente. Una posizione tremendamente comoda! ^_^
Tutto ciò evita quel tremendo fastidio/dolore al collo che viene ogni volta che si fa uno shampoo dal parrucchiere in Italia. O almeno, il fastidio che provo IO quando mi lavano i capelli.
Poi mi mette una pezzuola sulla faccia così da potermi lavare senza preoccuparsi di darmi fastidio stusciandomi i vestiti addosso (ho notato che i capelli te li lavano dal lato, non da dietro).
E inizia a chiacchierare, come tutte le parrucchiere del mondo :D.

Finito lo shampoo la sedia rientra alla sua postazione e lei e Gō mi fanno sedere in una delle postazioni da taglio.
A questo punto lui inzia ad elencarmi per filo e per segno tuuuuuutto quello che fa , mentre lo fa. Ma dico proprio tutto. E ogni volta mi chiede se va bene, se sono convinta ecc ecc... Ogni volta che finisce una fase del taglio, con un enorme specchio apribile, mi fa vedere come sono venuti dietro.

Finito il taglio, senza capire quello che stava succedendo, mi sono ritrovata di nuovo sulla poltrona estendibile, in mano alla sciampista che ormai chiacchierava a ruota libera. Credo che il motivo del secondo shampoo fosse di togliere, sapete tutti i capellini che ti cadono sulla maglia dopo il taglio? Ecco, quelli! *_* .......Fantastico!

Dopo il secondo shampoo ritorno in una delle postazioni e Gō si informa su come voglio la piega, su come me li asciugo di solito e su cosa ci metto quando li lavo a casa. E segue esattamente le indicazioni che gli dò io. Esattamente!
Il tutto facendo 4 chiacchiere, nelle quali si infiltra anche la sciampista che risulterà essere particolarmente comica ("Vorrei andare a Milano. Ma Milano è in Italia? No, perchè voglio vedere la Cappella Sistina!" "Forse intendi Roma?" "Ah, perchè, Roma è in Italia?"...era troppo kawaiiiiiiii >_<).

Infine vado a pagare. Dopo aver pagato, sempre Gō mi dà una specie di card con tutti i dati del negozio e, appena stampati da una macchinetta apposita, i miei dati, i suoi dati, la data e i giorni di chiusura del salone dei prossimi 2 mesi, cosicchè, nel momento in cui avessi avuto qualche problema con i capelli, avrei saputo a chi potermi rivolgere con precisione.

A quel punto, ancora stordita dalla card, saluto tutti ed esco. Siccome aveva piovuto, il sellino della mia bici era tutto bagnato, e mentre cercavo qualcosa per asciugarlo mi spunta Gō da dietro e con un asciugamano me lo asciuga tutto per bene!!!!!!!!!! :O
Poi è tornato alla porta e, sempre salutando, non è rientrato finchè non mi sono completamente allontanata con la bici.

Io sono rimasta sbalordita. E sì che ormai dovrei essere abituata al cutomer service giapponese!

Ah, per la cronaca, il taglio è bellissimo!!!!XD