martedì 26 ottobre 2010

La nashi impacchettata

Posto una cosetta veloce, giusto per rompere il ghiaccio dopo un po' di silenzio. Ma siccome ho appena messo in ordine delle foto accumulate nei mesi, prossimamente ci saranno altri post, anche un po' più elaborati di questo, o dell'ultimo, magari :p
E quindi andiamo al dunque: lavorando in un ristorante fighettino, dove il capo è un nerd di frutta e verdura, ogni tanto arrivano cose strane e interessanti (tipo IL grappolo d'uva da 3000 yen circa...so che in Giappone si trova ben di peggio, ma comunque utilizzare questo tipo di frutta in un ristorante per me resta un nonsense). Poco tempo fa arrivarono 3 fagottini più o meno tondi, incartati per bene con uno stile un po' post-moderno o anche steam-punk (avrà senso quello che dico?) e chiusi con un ceppetto di metallo che purtroppo non ho fatto in tempo a fotografare.
Rimasero in vetrinetta per giorni e giorni, finchè il capo decise di scartarli e così si scoprirono essere idiotissime NASHI! Ovvero le pere giapponesi (o pere-mele).
Il sacchetto in cui erano messe era veramente, come si dice, cool: finta carta da pacchi, doppio strato di velina che si vede e non si vede e logo in stile minimal-scientifico(il senso di H67 |Z| resta ancora un mistero), senza comunque contare la chiusura in metallo che è sparita il secondo dopo che i frutti sono stati scartati.
Per fortuna non so quanto costano.