domenica 16 settembre 2012

Un po' così, un po' naïf

Una delle cose che nessuno dice sul Giappone è che, non avendo l'ora legale, la luce, anche d'estate, dura meno che in Europa (e in tutti i Paesi con l'ora legale, ovviamente).
Mentre scrivevo mi è venuta la curiosità e quindi sono andata a controllare e...ma lo sapevate che un macello di Paesi la usavano, ma hanno smesso?? Tra questi ci sono anche Paesi europei, come l'Islanda (ma chepppoooi, si può dire che è europea? cosa si intende per "europeo"? Ah, queste discussioni sul sesso degli angeli!). E che tipo l'Australia, gli Stati Uniti e tanti altri Paesi hanno delle zone che hanno smesso e delle zone che continuano a usarla?
Cioè, voglio dire, e poi ci sorprendiamo che il Mondo non riesca a mettersi d'accordo sull'unificazione delle prese di corrente...mattecredo!
Pure il Giappone è tra i Paesi che la usava, ma ha smesso. Eggiusto. Così, il 16 settembre, alle 18:30 è già notte e noi possiamo felicemente consumare più energia (ok, battuta gratuitissima sulla sperpero di energia che regna incontrastato da queste parti).
E quindi mi ritrovo qua, in un buio pomeriggio di settembre, svaccata sul divano (ah, il divano...*_*) a sognare spiagge bianche e assolate e mare cristallino.

Ma riuscirò ad andare a Bali, prima o poi, ooooh se ci riuscirò! (bello sforzo, da qua ti buttano i biglietti low cost come se fossero patatine...)

Detto ciò, nel frattempo mi consolo con le bibite "Hawaiian Sun" scovate dal mio spacciatore di fiducia: Yamaya.
Dico bibite, ma in realtà dovrei dire succhi di frutta, perchè sì, sono veri e proprii succhi di frutta, a dispetto della loro lattina caciarona che ricorda un sacco le lattine di cocktail già pronti che tanto spesso si trovano qui nei supermercati.

Vi avevo già detto che adoro il succo di guava? Beh, adoro il succo di guava.

Non so quanti mesi sono passati prima che mi decidessi a comprarli. Li ho osservati, rigirati, analizzati praticamente tutte le volte che andavo da Yamaya. Il mio dubbio era soprattutto sulla lattina. La mia mente ragionava così: se sono dentro una lattina, dovranno per forza essere succhi gastrici gassati. Poi un giorno lessi "non carbonated" e capii, anche con il mio scarsissimissimo inglese, che FORSE, effettivamente, non erano gassati.
E un giorno mi sono fidata.
Quel giorno, oltre ai gusti qui sopra, c'era il tè freddo, ma sinceramente, a me che il tè, di qualunque tipo, lo bevo senza zucchero, non poteva fregà di meno.
Su "guava nectar" andavo piuttosto sul sicuro, ma era quel "pass-o-guava" che mi perplimeva (e lo sapete che il verbo perplimere esisteva, ma ora non esiste più? Un po' come l'ora legale in Giappone!) (ma quanto Settimana Enigmistica sono oggi???). Alla fine della fiera, altro non era che "PASSion fruit-Orange-GUAVA".
Sulle lattine sono anche molto espliciti rispetto alle qualità del prodotto:

 
Esito dell'acquisto: diciamo che non mi posso lamentare. Non erano malaccio.
Ma nemmeno tutta 'sta bontà, eh! C'è di meglio (tipo il succo di guava che passano sugli aerei della Malaysia Airlines...mhmmm *_*).

La ditta si chiama, appunto, Hawaiian Sun e tutti qui, penso, ci stiamo chiedendo il perchè, perchè? Percheeeeeeè? di quel busto senza testa con una maglia da basket che fa il segno "yo, bro" sulla home page. Ma vabè, sò hawaiiani, sarà la loro cultura, che ne vogliamo sapere noi, barbari del ricco occidente.
Made in Hawaii since 1952.

In realtà, a parte il busto rapper, provo un'attrazione irresistibile per le confezioni dei prodotti di questa ditta, un mix tra foto fatte in casa, tinte tropicali, arte naïf e Photoshop che mi fa andar via di testa.
Ecco, uno dei miei sogni proibiti è fare un mega-tour AfricaCentroSudAmericaPaesiTropicali a studiarmi le insegne dei negozi, quelle dipinte a mano su pezzi di legno o lamiera o direttamente sui muri, e l'uso quotidiano dei colori. Sì insomma, avete capito cosa intendo, no?
Tipo queste insegne africane dei parrucchieri  


 oppure le statuette messicane alebrije


(tutte le foto le ho fatte al National Museum of Ethnology a Osaka)

Madonna sto post m'è sfuggito di mano.
Tutto ciò per dirvi che mi piace moltissimo persino il verde usato nel sito internet. 
E il logo-nome giallo e rosso. Poi dai, tutte ste lattine coloratissime viola, fucsia, azzurre, bianche messe in fila con sta frutta e ste piante disegnate sopra...è ovvio che presa da un raptus le ho buttate nel cestino della spesa.
E poi non resisto alla parola "guava".
A proposito! Una mia amica taiwanese mi ha riportato un bustone di pezzi di guava essiccati! :D Yay!
Adesso mi manca solo il frutto VVVERO.
Poi mi ha riportato anche i semi di melone alla liquirizia (!!!!!), ma non disperate! Vi aggiornerò al più presto! XD

Ah, ma poi, nessuno vuole sapere quale fosse la bibita della Pepsi che non avevo il coraggio di provare? Beh, ve lo dico lo stesso. Era il Salty Watermelon: bibita frizzante al cocomero salato.
E non fatevi ingannare dal sano colore della foto, nella realtà era fucsia.



E no, non sono riuscita a provarla.

mercoledì 12 settembre 2012

Fragole a settembre

Uh, ma l'estate è finita! Diamine, è più di un mese che non scrivo.
Soprattutto, sono passate le Londonolimpìkku, le Olimpiadi, senza che io vi mostrassi qualcosa della Coca-cola a tema: sacrilegio!
Ebbene, rimedio subito! Ecco qua il bicchiere olimpionico di cui ci omaggiava il Mc Donald's con il menù L size al modico supplemento di 60 yen:
Bicchiere ripieno di Pocari Sweat e confezione annessa. No, non ci ho messo la Coca-cola perchè, pur essendo una drogata del nettare nero, riesco ad abusarne solo quando mangio.
Comunque il bicchiere è caruccio, e sì, non è un effetto ottico, è proprio rosa violaceo.
Il design della scatola invece è un po' approssimativo, ma vabè, d'altronde serve solo a proteggere il bicchiere, visto che non è un prodotto in vendita. Alla fine potevano metterci anche solo una scatola di cartone e nessuno avrebbe comunque sporto reclami, quindi diciamo che si sono anche impegnati, va là!
C'erano un sacco di colori, anche! Io puntavo al bicchiere nero trasparente, ma vabè, non mi lamento.

Dopo le news olimpiche in ritardo, possiamo finalmente (o purtroppo?) dire che è arrivato l'autunno e io mi posso quindi bullare tantissimo del fatto che non ho acceso l'aria condizionata nemmeno una volta (beh, in realtà la odio, ma qua a Kyoto, credetemi sulla parola, è dura senza...ma con un ventilatore sono riuscita a sopravvivere).
E vi dirò di più, l'autunno è arrivato proprio oggi! E' stata la prima notte che ho cercato una coperta e la prima sera che non ho spalancato tutte le finestre.
Ma tanto era già da un po' che se ne sentiva l'odore, dal primo settembre per la precisione! Io non so davvero come fanno, ma qua appena scattano certe date, come per magia in tutti i negozi escono in contemporanea le cose dedicate a quella specifica stagione. Per esempio dal primo novembre inizia natale, ma è proprio una cosa matematica!
E quindi, dal primo settembre, anche con 35 gradi, arriva l'autunno sugli scaffali, nti pù sbajà*.

Stavolta però ho notato un'altra tendenza che mi ha sorpreso, ovvero questa:

Cioè, non fraintendetemi, le schifezzuole al gusto fragola ci sono sempre in Giappone, ma a parte nei "periodi rosa" , di cui ho già accennato, non così tante tutte insieme!
Inoltre da notare come tutti questi prodotti fossero nello stesso negozio, nella stessa corsia. E non in un grande supermercato, eh! Ma nel semplicissimo conbini sotto casa (i conbini di solito non hanno tutta questa scelta...).
Comunque in sostanza le ditte di ste quattro variazioni sul tema sono 2: la Glico e la Lotte (e qui, in questo momento, la Bea scoprì che la Lotte è nata sì in Giappone, ma è sostanzialmente coreana: quale folgorante rivelazione!).
Da sinistra:
- Pocky (ve l'ho già detto che sono i Mikado originali e che da noi hanno solo cambiato il nome, vero?) alla fragola con fantasia scozzese rosa e sbrilluccichii vari.
- Toppo alla fragola (sono i copioni sfigati dei Pocky e di particolare hanno che la glassa non è fuori, bensì dentro lo stecchino...ah, quanta genialità).
- Pocky alla fragola. Di nuovo. Ora, davvero, parliamone, che diavolo di senso ha???? NESSUNO. Sensonchè, a ben guardare, i primi Pocky della lista hanno dei pezzettini rossi di nonsochè in rilievo sparsi su tutta la glassa....scriverlo no, eh?
- Toppo al formaggio alla fragola. Sì, formaggio. Alla fragola. Mbè, qualche problema? Aggiungo pure che è formaggio dell'Hokkaido, mica pizza e fichi! Tiè.

Ovviamente, secondo la mia personalissima opinione, il design dei Pocky non ha niente a che vedere con quello dei Toppo, la differenza di livello è troppo grande. Basta guardare la semplicità della terza confezione. Vabè, comunque i Pocky sono talmente famosi che possono permettersi il design minimale. Anche i Toppo sono famosi, per carità, ma non ancora abbastanza.
E sui Toppo, tra l'altro, devo assolutamente fare una ricerca sulla nascita del nome, perchè io me l'immagino così:
riunione di esperti di marketing e boss giappini vari, qualcuno dice "cerchiamo un nome figo italiano!!" e qualcun altro "sì, dai, guarda, ho cercato su internet e ho trovato TROPPO, chè anche il significato ci sta tutto eh!" e qualcuno dei boss di mezza età "eh? cosa? non capisco...ma che è? troppo difficile...trovate qualcosa per cui non mi si debba attorcigliare la lingua!!!" e il genio di turno urla "Ma allora basta togliere la R !!!! TOPPO riescono a pronunciarlo tutti, no?" e giù tutti a complimentarsi con le lacrime agli occhi...
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e ditemi che non sono la sola a farsi i film sulla nascita dei nomi dei prodotti, vi prego!;_;

*non ti puoi sbagliare in pescarese.